Ovviamente è del tutto vero che troppo spesso i collegi sono diventati dei momenti completamente autoreferenziali di mera ratifica di una volontà verticistica; ma la via dovrebbe essere quella di restituire senso ai collegi dentro i collegi, non di prestare il fianco a una deriva digitale che garantisce solo gli interessi delle grandi multinazionali digitali contro quelli della scuola pubblica.
Leggo di una petizione avviata da un docente e indirizzata al ministro della pubblica istruzione Bianchi. Vi si richiede di portare a regime i collegi online, proseguendo dunque con la modalità di svolgimento utilizzata durante l'emergenza.
Del resto l'orientamento del governo di destra liberista presieduto da Mario Draghi è chiaro: la didattica a distanza deve essere promossa a pieni voti. Lo ha detto nientemeno che nel discorso sulla fiducia al Senato, cioè non in un discorso qualunque, ma in quello che definisce un intero orizzonte politico. È così perché si vuole continuare a garantire gli interessi delle grandi multinazionali digitali i cui utili, già lauti, sono quintuplicati durante la pandemia. Ovviamente le parole d'ordine per promuovere a tutti i livelli possibili e giustificare questa ulteriore, profonda involuzione neoaziendalistica e digitale della scuola pubblica saranno quelle che già circolano: ottimizzazione, efficienza, comodità... con il pieno assenso di non pochi docenti. Dimenticavo, tutto ciò deve essere incoraggiato anche per il bene dell'ambiente!
Ovviamente è del tutto vero che troppo spesso i collegi sono diventati dei momenti completamente autoreferenziali di mera ratifica di una volontà verticistica; ma la via dovrebbe essere quella di restituire senso ai collegi dentro i collegi, non di prestare il fianco a una deriva digitale che garantisce solo gli interessi delle grandi multinazionali digitali contro quelli della scuola pubblica.
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