Il M5S ha prosperato cinicamente in un’acuta crisi sistemica e io credo che in questa tornata elettorale ne raccoglierà largamente i frutti, nonostante la svolta governista di Di Maio. Nel deludente risultato nelle amministrative della scorsa estate in molti hanno creduto di scorgere il punto di flesso del M5S. D’altra parte, la diagnosi del declino del M5S è stata più volte scandita ma non si è mai avverata. In realtà vale a poco pensare di proiettare sul nazionale il risultato delle amministrative: il collante del M5S è sempre stato l’impianto anticasta, la cui tenuta può essere verificata e misurata solo su scala nazionale, dunque in elezioni politiche. Il fatto che non voterò (e non ho mai votato, e non voterei mai) il M5S ha poco a che vedere con la recente “rimborsopoli”. Anzi, proprio allo stesso modo in cui sono sempre stato molto critico nei confronti del M5S, non ho maggior simpatia per certo antigrillismo full time e di maniera, soprattutto se questa opposizione assume la forma di una campagna mediatica sproporzionata ai fatti e chiaramente mirata (l’intera vicenda valga, piuttosto, come ennesima dimostrazione che il mantra dell’onestà è non può essere altro che propaganda, perché l’onestà è qualità individuale e si misura solo a diretto contatto con la gestione del potere). Esistono così eclatanti argomenti politici contro il M5S e il grillismo, da rendere a maggior ragione non condivisibili le ragioni di un simile attacco mediatico. Resterò, allora, come ho sempre fatto, sul piano politico-culturale.
Immigrazione e nuova cittadinanza. Senza alcun sorpresa, il M5S è andato sempre più chiaramente allineandosi alla Lega su immigrazione e nuova cittadinanza. In realtà potrebbe essere sufficiente passare brevemente in rassegna le dichiarazioni di Grillo dal 2007 ad oggi (fanno 11 anni, tempo fa le raccolsi in un elenco necessariamente incompleto qui) per rendersi conto che il M5S non ha cambiato idea: semplicemente sta dove è sempre stato, cioè alla destra dell’arco politico-ideologico, anche se la piattaforma post-ideologica e confusionista tipica dei partiti pigliatutto impone un livello elevato di dissimulazione.
Né destra né sinistra. E cioè destra. Proprio l’ombrello del post-ideologico e lo slogan del “né destra né sinistra è probabilmente ciò che più mi allontana dal M5S. Oggi la tesi che le fondamentali distinzioni ideologiche sarebbero superate viene avanzata da più parti, non soltanto dai cinque stelle. L'asserito superamento delle distinzioni ideologie è il cardine del pensiero neo /ordoliberale, che dichiara superate le categorie della politica in nome della loro pretesa riconducibilità all'economia (a sua volta declassata a mera contabilità) e nel far questo può contare su molti portatori d'acqua (socio-liberisti, radicali, renziani ecc.). Il M5S è una variabile interna dell'egemonia neo/ordoliberale, della quale rappresenta, non meno dei rigurgiti neofascisti, il complemento strutturale, quindi non a caso anch'essi sostengono di non essere né di destra né di sinistra (ma essendo ovviamente di destra come tutti quelli che dicono questo). Si legga una qualunque intervista a Davide Casaleggio, per esempio qui, la si troverà traboccare di tecno-entusiamo (come prima di lui il padre Gianroberto), prospettare ovunque le luminose prospettive e le grandi opportunità dello sviluppo tecnologico e dell'intelligenza artificiale. In tutta l'intervista ricorrono parole come intelligenza artificiale, machine learning, cognitive computing, e nauralmente mercato e impresa ma mai, nemmeno una volta, le parole lavoro e lavoratori. E, questo è il punto, mai un solo accenno, in questo scenario, ai lavoratori, allo loro condizione, all’impatto dei cambiamenti in atto sul lavoro e sulle persone. Ma già, dimenticavo, se pure su scala globale il capitalismo selvaggio e la robotizzazione producono disoccupazione e pongono in misura crescente il problema del ruolo dell'uomo, c’è il reddito di cittadinanza, no? Ma davvero non è abbastanza chiaro? Non è chiaro da quale parte della lotta sociale si collochi il M5S? Non è chiaro che è , e non da oggi, tutto fuorché alternativa al sistema?
Si potrebbe seguitare, ma mi sembra che per non avere il mio voto sia più che sufficiente.
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