top of page
La psicoanalisi e i suoi sviluppi: da Freud a Marcuse

 

Con Sigmund Freud (----) la fortezza cartesiana dell’io può dirsi definitivamente espugnata. Con la scomposizione psicoanalitica della personalità, la coscienza perde il suo ruolo di unico ed indiscusso centro unificatore  dell’attività psichica. La psiche emerge ora come un’unità complessa costituita da un certo numero di sistemi dotati di funzioni diverse e le cui relazioni Freud si dedica ad esplorare.

La scomposizione psicoanalitica della personalità

Freud ha elaborato diverse topiche, cioè studio dei “luoghi” (dal gr. topoi) della psiche. Si tratta di altrettanti tentativi che Freud compie di sistematizzare la sua teoria della psiche, specificando le caratteristiche dei diversi sistemi che la compongono. Prendiamo in considerazione la seconda topica.

La seconda topica (1920)

  • Es, il “polo pulsionale della personalità”, definito da Freud come un “calderone di eccitamenti ribollenti”. Es è termine tedesco per il pronome neutro della terza persona singolare. Freud lo mutua da Nietzsche.

  • Super-io, è la coscienza morale: l’insieme delle proibizioni instillate nell’individuo nei primi anni di vita e che l’individuo adulto continua a recare in sé, non sempre in forma consapevole.

  • Io, è la parte organizzata della personalità, deve cercare di armonizzare l’Es , il Super-io e il mondo esterno.

Normalità e nevrosi

La distinzione tra diversi livelli di coscienza permette per altro a Freud di tracciare un discrimine tra normalità e nevrosi. Nell’individuo “normale”, l’Io riesci a svolgere abbastanza bene il  suo lavoro di mediazione.  Devianza (dalla normalità) e malattia, invece, possono prendere due strade:

  • L’Es ha il sopravvento e travolge un Super-io troppo debole, portando l’Io a comportamenti asociali o proibiti: il soggetto diventa allora un delinquente o un perverso.

  • Viceversa il Super-io, troppo rigido, provoca la rimozione o altri processi di difesa. In questo caso, le istanze dell’Es, divenute inconsce, si manifestano con sintomi nevrotici.

Il sogno e l’inconscio

Interpretando i fenomeni onirici come “l’appagamento  camuffato) di un desiderio (rimosso)”,  Freud vede nei sogni la  “via regia che porta alla conoscenza dell’inconscio”. Nei sogni  Freud distingue: un contenuto manifesto, cioè la “scena onirica”, così come viene vissuta dal soggetto; un contenuto latente, cioè l’insieme delle tendenze che danno luogo alla scena onirica. Il contenuto manifesto dei sogni è la forma elaborata e travestita

in cui si presentano i desideri latenti.

La teoria della sessualità

Costituisce l’aspetto culturalmente più dirompente della psicoanalisi freudiana.  Freud estende il concetto di sessualità, inteso prima in un senso limitato al congiungimento, scorgendovi un’energia che può dirigersi verso le mete più diverse e gli oggetti più disparati, e che Freud chiama “libido”.

Questi presupposti teorici permettono a Freud, tra l’altro, di elaborare un’originale dottrina della sessualità infantile.

Per quanto riguarda la vastità e la profondità dell'influenza culturale delle teorie freudiane, appare ancora efficace una sintesi di Alfred Kazin risalente ai primi anni Settanta:

È impossibile pensare ai grandi nomi dell’arte e della letteratura moderne – da Thomas Mann a James Joyce, da Franz Kafka a T. S. Elliot, da Ernest Hemingway a William Faulkner, da Pablo Picasso a Paul Klee – senza renderci conto di quanto siano debitori a Freud per la sua esplorazione dei sogni, dei miti, dei simboli e della profondità creativa della vita interiore. (...) La straordinaria conquista di Fredu è consistita nel dimostrarci, in termini scientifici, il primato del desiderio naturale, nel rivelarci i segreti desideri che proclamiamo nei nostri sogni, la mescolanza d’amore, di vergogna e di gelosia che caratterizza i nostri rapporti con i genitori, nello svelare nel fanciullo il padre dell’uomo, nello svelare gli istinti profondamente sepolti che fanno di noi degli esseri umani e risalgono alle lotte remoti dei primordi umani. Fino a Freud i romanzieri e i drammaturghi non avevano mai osato pensare che la scienza avrebbe suffragato la loro convinzione che le passioni umane rappresentano nell’esistenza di tutti una forza più potente della moralità convenzionale. Grazie a Freud, queste verità introspettive costituiscono oggi un insieme di nozioni largamente accolte. (A. Kazin, L'influenza della rivoluzione freudiana, sta in P. Rossi (a cura di), Idee e realtà di oggi, Firenze, Sansoni, 1972)

Dopo Freud

Alfred Adler (1870-1937) rifiuta la concezione  freudiana della psiche, considerandola troppo sessualistica. In alternativa ad essa, individua nella

“volontà di potenza”, intesa alla maniera di  Nietzsche, un più vasto fenomeno che comprende  la libido della quale parlava Freud ma non si

esaurisce in essa. Adler ha inoltre sottolineato  l’importanza dell’educazione ai fini della struttura

della vita psichica.

Jung, l’inconscio collettivo

Anche Gustav Jung (1875-1961) parte dal rifiuto della concezione della sessualità del maestro, considerata limitativa, approdando, tra l’altro, al

concetto di inconscio collettivo. L’inconscio, per Freud,  era in linea di principio personale e si identificava con il rimosso infantile. Jung, invece, è condotto dalla sua  pratica di psicanalista ad ipotizzare l’esistenza di un inconscio collettivo, contenitore di immagini primordiali e meta-individuali della psiche: gli archetipi.

“L’inconscio collettivo è la  poderosa massa ereditaria  spirituale dello sviluppo  dell’umanità, che rinasce in ogni struttura cerebrale individuale.”

Marcuse: Eros e civiltà

L’opera di Herbert Marcuse (1898-1979) rappresenta un tentativo di sintesi originale tra marxismo e freudismo.

Civiltà e repressione. Marcuse mutua da Freud la convinzione che la civiltà si sia potuta sviluppare solo in virtù della repressione degli istinti (in particolare della  “ricerca del piacere”), ma, innestando sulla base di Freud  il tronco del marxismo, Marcuse sostiene che quel particolare tipo di società che è la società di classe richiede un surplus di rimozione.

Secondo Marcuse, infatti, la civiltà occidentale è stata completamente asservita dal “principio di prestazione”, ossia la direttiva di

impiegare tutte le energie psicofisiche dell’individuo per scopi lavorativi e produttivi.

Dove manca l’azione rivoluzionaria di massa e la sinistra è tanto più debole, le sue azioni devono autolimitarsi. Ciò che alla ribellione è  imposto dalla repressione sempre piú dura e dalle forze distruttive  sempre piú concentrate nelle mani della struttura di potere, deve diventare il terreno su cui ricomporsi e impostare le nuove analisi. Occorre sviluppare strategie adatte a combattere la controrivoluzione. Il risultato della lotta dipenderà in larga misura dalla capacità dei giovani, non di integrarsi né di escludersi dalla società, ma di imparare a ricomporsi dopo la sconfitta, a sviluppare una nuova razionalità insieme con la nuova sensibilità, a reggere il lungo processo educativo – indispensabile condizione per il passaggio a un’azione politica di vasta portata. La prossima rivoluzione terrà infatti occupate generazioni e generazioni, e la ‘crisi finale del capitalismo’ potrà

durare anche un secolo.

Soltanto nel medium della tecnologia l’uomo e la natura diventano oggetti fungibili di un’organizzazione. L’efficacia e la produttività universali dell’apparato nel quale essi sono inclusi occultano gli interessi particolari che organizzano l’apparato. In altre parole, la tecnologia è diventata il maggior veicolo  di reificazione – di reificazione nella sua forma piú matura ed efficace. Non soltanto la posizione sociale dell’individuo e la sua relazione con gli altri appaiono determinate da qualità e da leggi oggettive, ma queste sembrano perdere il loro carattere misterioso ed

incontrollabile, e appaiono come manifestazioni calcolabili della razionalità (scientifica). Il mondo tende a diventare materia di

amministrazione totale, che assorbe in sé anche gli amministratori. La tela di ragno del dominio è diventata la tela della Ragione stessa, e la

società presente è fatalmente invischiata in essa.

bottom of page